29 luglio 2011

un po' di ottimismo

Sto lavorando ad un sacco di cose insieme, il che oltre a creare non poca confusione nella mia testa e sulla mia scrivania, fa sì che abbia diverse cose cominciate e niente di finito da farvi vedere. 
E' che devo dire la verità, per la prima volta in vita mia mi trovo bene così; la cosa buffa è che con l'acrilico o l'incisione tradizionale, non sono quasi mai riuscita a lavorare a disegni diversi contemporaneamente, ero abbastanza legata al concetto del "finire" un lavoro prima di cominciarne un altro, e questo portava anche a varie e lunghe pause tra un disegno e l'altro. 
Invece con la mokuhanga è tutto l'opposto; al momento sto lavorando a 4 tavole insieme, due sono già intagliate e solo da ritoccare (in alcuni punti abbondantemente) e di altre due sto per cominciare l'intaglio dopo aver finito gli schizzi definitivi. Sarà anche che fanno parte di due progetti rispettivamente di 3 e 5 disegni sugli stessi temi (cioè 3 su un tema e 5 su un altro) per cui i colori che userò per stampare prima le 3 e poi le 5 saranno sempre più o meno gli stessi, o sarà che era da un bel po' che non mi divertivo così tanto, ma per ora le cose vanno così e ne sono contenta.

Divagazioni psicoanalitiche a parte il titolo si riferisce al fatto che è decisamente arrivato il momento di intagliare la macchia nera di questo post qui, e che la suddetta dovrebbe diventare questa cosa qui sotto:


(le parti in nero sono quelle che dovrebbero rimanere)

Eh sì, fatemi pure gli auguri!

27 luglio 2011

at last!



Ed eccola finalmente finita! Dopo tutte le preview che vi avevo fatto vedere vi eravate domandati (ma forse anche no : )) dove fosse finita? Il fatto è che aspettavo i nuovi pennelli (arrivati insieme a tutto il resto venerdì) per provare la sfumatura bokashi sulle guance al posto della prima versione molto più netta, e così mi piace decisamente di più, anzi diciamoci pure che sono molto contenta di tutta la stampa, ma del resto anche se voi avete visto prima finita quella fatta al corso, questi blocchi sono stati i primi in cui mi sono spinta un po' più in là con l'intaglio (complice anche il legno shina comprato a Kyoto e veramente gratificante da lavorare) e tra il fatto che è stata una lunga gestazione per una cosa e l'altra (prima il corso e poi altre cose da finire infine l'attesa dei pennelli) alla fine mi ci sono proprio affezionata.

A proposito della stampa, l'effetto "semi di sesamo" (in giapponese Mokume) è proprio voluto, visto l'utilizzo delle campiture piatte senza sfumature mi sembrava che in questo modo si creasse un po' più di movimento, ma sentitevi liberi di dirmi cosa ne pensate e se vi piace!

Ultimissima cosa, i super attenti avranno indovinato da dove arriva l'idea per cui possono tirare le somme sulla mia lentezza di lumaca!
: )

25 luglio 2011

it's a kind of magic!


Dunque eravamo rimasti a venerdì e alla prima prova di stampa di questa qui sopra, seguita da autoflagellazione per quanto sono distratta a volte.
Nel week end sono andata un po' in giro per cui niente lavoro, ma prima di partire ho provato ad applicare un bello strato di Quikwood (un prodotto che aveva usato Wuon Gean al corso per riparare piccoli errori arrivato fresco fresco dall'America) dove avrebbe dovuto esserci la linea nera incriminata.

Questa mattina quindi dopo aver riordinato la scrivania e organizzato le cosine nuove che mi sono arrivate venerdì e dopo una serie di occhiate diffidenti al blocco che giaceva sulla scrivania, mi sono finalmente decisa, un po' di carta vetro prima a grana spessa poi più fine per pareggiare e lisciare la superficie dello stucco e poi impugnato il mio hangito ho provato a intagliare: niente di più facile, il Quikwood si lavora bene come il legno e le parti in eccesso sono state asportate abbastanza facilmente senza fare danni al legno adiacente. 

Fin qui era stato un po' troppo facile e ho pensato che di sicuro ci sarebbero stati dei problemi con la stampa, che magari non avrebbe assorbito bene il pigmento come il legno e quindi si sarebbe notata la differenza... invece no! Come potete vedere la mia lineetta nuova si mimetizza bene con le altre e sulla carta non si vede proprio la differenza. Insomma per ora questo esperimento è stato un successone; non so come reagirà lo stucco dopo molte stampe e penso che il risultato non sarebbe stato lo stesso  con campiture più grandi o con colori chiari, ma per ora non posso che dirmi molto soddisfatta!

N.B. si scrive proprio Quikwood senza la "c".. . ho appena ricontrollato!
: )

22 luglio 2011

chi trova l'errore...

..non vince niente, anche perché è un po' troppo facile da trovare, ma sarà meglio che ci rida sopra altrimenti mi monta una incavolatura...


Anche perché il legno nuovo non è ancora arrivato (signori della McClain ma dovete ancora tagliarli gli alberi?), ma io avevo voglia di intagliare per cui mica si può aspettare eh, insomma magari questa volta il problema di registro non ci sarà, per farla breve visto che paziente io non sono, ho iniziato un disegno nuovo. E ovviamente ho lavorato di nuovo su blocchi di spessore diverso, per cui la matrice nera è sul mio bel blocco tutto di shina di 9mm di spessore, mentre i colori su un asse di 4mm con uno strato sottilissimo di shina in superficie e il resto chissà. Come dire, tentiamo la sorte e vediamo che capita questa volta.

Ma non è questo il problema, perché nel fatto che sono distratta la scelta del legno mica c'entra! Quindi 6 blocchi dopo - e sì, perché il nero l'ho intagliato due volte avendo provato la prima ad utilizzare lo stesso legno dei blocchi colore, ma avendo dovuto desistere visto che saltavano intere linee (si scollavano proprio dallo strato di legno sottostante!) -  avendo come al solito lavorato di fretta e furia perché "insomma due settimane dal corso ancora non ho fatto niente di nuovo è possibile?!" alla fine ha vinto la distrazione. 

E certo che si tratta di una prima prova di stampa e ci sono ancora un bel po' di cose da correggere o altre che proprio non ho finito di intagliare, e i colori dello sfondo sono da pensare un po' meglio, e i sandali li avevo lasciati bianchi tant'è che il colore qui è aggiunto con il pennello, e quella che per ora è solo una macchia di colore nero nell'angolo dovrebbe diventare qualcosa di un po' più elaborato, ma come cavolo ce la aggiungo tutta la linea della pavimentazione che mi sono dimenticata senza dover utilizzare un nuovo blocco?

Come al solito i suggerimenti sono ben accetti anche perché io qui sto già rimuginando su cose poco ortodosse come lo stucco...

E ora vado a pulire che dopo un giorno e mezzo di intaglio la mia scrivania è così:
: )


Ah come se non bastasse la mia dolce dolcissima metà mi ha fatto notare che le foto fanno proprio un po'.. come dire.. schifo.. e lo so, ma l'illuminazione è quel che è, e di certo le tende rosse che riparano dal sole di luglio in questo non aiutano.. non vogliatemene forse quando rinasco più furba imparo anche a usare la macchina fotografica.
: ))

21 luglio 2011

strumenti: i coltelli

Questa settimana è volata e visto che non ho ancora niente di nuovo da farvi vedere (aspetto legno, carta e pennelli per provare la sfumatura bokashi che ci ha fatto vedere Wuon Gean anzi sarà meglio che inizi ad arrivare un po' di robetta prima del weekend che sto iniziando a fremereeeeeeeeeeee!) eccovi un altro noiosissimo post sugli strumenti,  consolatevi sarà il penultimo, poi rimane solo quello sui baren.
Però vi avviso post leggermente chilometrico... preparatevi!

Cominciamo dal coltello senza altro più importante e caratteristico, l'hangito tipico della xilografia giapponese e assolutamente assente nelle tecniche tradizionali europee:


Questo coltello si impugna in modo completamente diverso da tutti gli altri e si adopera di conseguenza diversamente. Innanzitutto non è uno strumento "simmetrico", e la lama ha forma diversa a seconda che si sia mancini o destrorsi. Ecco dei particolari delle lame che forse aiutano a capire meglio:



L'hangito si utilizza con il lato inclinato della lama verso la parte del disegno che non si vuole asportare, facendo scorrere la lama verso di sè. Una volta fatti tutti i contorni, si gira il blocco e tenendo il polso più inclinato si asporta un ricciolo di legno. In questo modo abbiamo creato un solco tra la parte del blocco che dobbiamo tenere e quella che andrà eliminata.
E' molto più facile fare sempre lo stesso movimento della mano e girare il blocco per cambiare l'inclinazione delle linee, ma gli intagliatori esperti tengono il blocco fermo e spostano l'inclinazione del polso.
Il nastro nero che avvolge il manico è stato aggiunto da me per facilitare la presa visto che è uno strumento che va adoperato con una certa forza: ho usato il nastro che si usa per i manici delle racchette da tennis che è morbido e rende l'impugnatura molto comoda e si utilizza senza colla di modo da poterlo togliere senza avere un manico di legno tutto appiccicoso.







Secondo per ordine di importanza è l'aisuki:


coltello piatto molto simile ad uno scalpello tradizionale ma affilato solo da un lato: tradizionalmente l'aisuki viene utilizzato per asportare tutto il legno inutile dopo aver fatto i contorni con l'hangito. Si utilizza con la parte arrotondata in basso e si impugna come le sgorbie tradizionali. 

Ultimi ci sono i Komasuki e Sankakuto rispettivamente sgorbie a U e V:


Corrispondono alle nostre sgorbie tradizionali, il Sankakuto in particolare infatti è di importazione occidentale  e non era presente tra i coltelli tradizionali giapponesi.

Comunque i più usati senz'altro sono l'hangito e l'aisuki; molti intagliatori non utilizzano né sankakuto né komasuki (oltre ovviamente al Kentonomi). 

Questa foto dovrebbe aiutare meglio a capire i diversi segni che creano i coltelli (ho colorato la tavoletta di azzurro al solo scopo di fare vedere meglio i segni):


Ed infine il kentonomi:


come suggerisce il nome questo strumento si utilizza esclusivamente per incidere i riferimenti del kento sui blocchi di legno.
Il nome kento deriva dalla particolarità del segno a "L", che viene inciso per creare il riferimento di dove poggiare la carta, la stessa forma delle chiavi dei templi antichi che erano fatte a forma di L e si chiamavano appunto kento.
Io fin'ora avevo utilizzato un meno ortodosso kento esterno (kentoban), poi a Montefiore ho provato ad utilizzare il sistema tradizionale che mi è piaciuto molto, da qui il mio nuovo folle acquisto.

Indispensabile è una pietra per affilare, io preferisco le tradizionali wet-stone giapponesi, con cui mi trovavo già molto bene per affilare i coltelli della cucina : ) Come dice il nome queste "pietre" (in realtà sono blocchi in ceramica) si utilizzano bagnate, in genere dopo averle tenute in acqua per una mezz'oretta. Quando ci si prepara per l'intaglio conviene mettere a bagno la pietra e tenerla a mollo per tutto il tempo, se si tratta di un lavoro lungo ogni tanto sarà bene utilizzarla per dare un'affilatina.
A differenza delle sgorbie tradizionali di acciaio temperato, gli utensili giapponesi sono in metallo più morbido e teoricamente molto facili da affilare, comunque al momento io trovo ancora particolarmente ardua l'operazione di affilatura, speriamo che con il tempo e con la pratica arrivi un po' di manualità.


Dei buoni coltelli giapponesi durano praticamente una vita, ma nel caso in cui le lame fossero troppo usurate sarà possibile sostituire solo quelle recuperando il manico, infatti un'altra particolarità degli strumenti tradizionali giapponesi è la struttura modulare:



La lama come si vede si può separare dal manico, ed è infatti possibile acquistarla come ricambio (in verità mi hanno detto che nei negozi appositi a Tokyo in genere in mostra ci sono proprio solo le lame ed eventualmente il manico si aggiunge al momento dell'acquisto) anche se in molti sostengono che con buoni coltelli sono necessarie davvero tantissime affilature prima che lame del genere di usurino completamente.


Ad ogni modo per cominciare vanno benissimo dei set economici, questo è quello con cui ho iniziato io e contiene un hangito, un aisuki/kento, due komasuki ed un sankakuto e costa poco più di una decina di euro.


Buon intaglio a tutti!

18 luglio 2011

ristampe



Come anticipato nel week end sono finalmente riuscita a stampare. Ora non per essere sempre un po' pignola, ma non sono contentissima del risultato; ho comunque deciso di postare la foto perché ad aspettare che sia completamente soddisfatta non la vedrete mai : )

Ma in effetti ci sono state due cose che in particolare mi hanno un po' infastidito: la prima é che dopo un po' stampando il blocco del blu si sono cominciate a intravedere le venature del legno, in particolare in alto proprio a metà del foglio e una fastidiosissima vicino al viso. Ho provato a scartavetrare un po' ma non è servito a molto.

La seconda che poi proprio non mi spiego è che ho stampato una decina di fogli e in nessuna il blocco del nero era a registro. Ora un errore nella posizione della carta si mette sempre in conto su una o due stampe ma non di certo su tutte, e la cosa che non mi spiego è che in nessuna delle stampe che ho fatto a Montefiore c'era questo problema di registro... L'unica cosa che mi viene da pensare è che ho utilizzato della carta diversa, per cui aspetterò paziente il mio ordine di Hosho per vedere se in effetti il problema era quello, altrimenti l'unica altra variante che mi viene in mente è che, a differenza dei giorni passati al corso, ieri qui pioveva parecchio e che avendo utilizzato dei blocchi di legno diversi per nero e colori, magari questi hanno reagito in modo diverso all'umidità... Ma mi sembra francamente un po' campata in aria come cosa..

Quindi adesso aspetterò la carta e proverò a ristampare.. 
Ah che fatica la vita dello stampatore (al momento l'intaglio mi pare francamente super facile rispetto alla stampa!)

: )

13 luglio 2011

strumenti: la carta

Settimana di pausa dalla xilografia, tante cose arretrate e un po' di aiuto al marito al lavoro e niente tempo per stampare.
Recupererò nel week end, nel frattempo ecco il secondo post sugli strumenti del mestiere, finalmente si parla di carta!

Lo sviluppo della xilografia in Giappone va di pari passo con l'invenzione di nuove tecniche di produzione della carta: infatti la carta prodotta secondo i metodi originali importati dalla Cina, non risulta adatta per il sistema di stampa Giapponese.

Partendo dalle stesse materie prime, la carta in Giappone viene prodotta utilizzando soprattutto le fibre del gelso (kozo) insieme all'aggiunta di una radice addensante naturale (neri). Tutto viene fatto macerare in acqua, poi il telaio in cui si formerà il foglio viene intinto del liquido e agitato più volte: si ottiene così una carta estremamente resistente con fibre molto lunghe, adatta a resistere a numerose stampe e continue umidificazioni mantenendo la forma che è essenziale per tenere le stampe a registro.

La carta così prodotta è però estremamente assorbente, e a questo stadio può essere usata per stampe monocromatiche. Affinchè possa essere utilizzata nelle stampe policrome deve subire un particolare processo di apprettatura (dosa) chiamato in inglese "sizing": questo viene ottenuto ricoprendo la superficie del foglio con una mistura di colla animale e allume: la colla rende la carta ancora più resistente, mentre l'allume controlla l'assorbenza della stessa.

Se siete ancora curiosi guardate questo interessante filmato in una bottega cartiera Giapponese:



Potete immaginare che non sia proprio economica, la carta in questione... io comunque al momento utilizzo per le prove una "japanese proofing paper" mentre per le stampe finite l'Hosho pad, entrambi acquistabili online sul sito della Intaglio (e se qualcuno conosce qualche posto in Italia dove acquistare queste carte o materiali relativi alla xilo giapponese si faccia pure vivo grazie : ))

Per chi fosse interessato ad avere ulteriori informazioni sul processo di sizing e sulla carta più in generale, particolarmente utile è l'enciclopedia on line di David Bull (però solo in inglese). 

11 luglio 2011

in the end


E anche l'ultimo giorno è arrivato e passato.. incredibilmente in fretta!
Giusto il tempo per finire le stampe la mattina e poi il pomeriggio una piccola esposizione dei lavori di tutti (compresi quelli del corso di incisione pittorica che si svolgeva in parallelo al nostro).

Devo ammettere di non essere riuscita a produrre una stampa che mi soddisfacesse completamente, da qui la decisione di "esporre" una serie di stampe (ognuna con il suo errorino diverso) con le matrici, che appaiono molto più belle e interessanti delle stampe definitive  : )
Per chi fosse curioso le matrici sono esposte in ordine di stampa a parte il nero che ho stampato alla fine (andrebbe di solito stampato per primo ma avevo il blocco del rosa che conteneva molto bianco e avrebbe, se stampato dopo, in parte coperto il segno nero).
Adesso nella calma del mio piccolo studio mi riprometto di fare ancora qualche correzione all'intaglio e poi ristampare tutto così da poter postare una stampa decente.

Ed ecco qualche foto della galleria di lavori:

le stampe e i blocchi di Michaela:


I lavori di Daniela e Valentina:


Livio ha sperimentato con la xilografia giapponese e la calcografia:


Il tavolo di Arianna, Miriam e Veronica:


E infine i lavori della mia amica Raffaella:


Chiedo scusa ai miei colleghi di corso per le foto che non danno giustizia ai lavori che erano tutti bellissimi!

Non ho poi resistito a fotografare la fila dei pennelli messi ad asciugare:


Nel frattempo nel cortile del castello prove musicali per uno spettacolo medioevale che si sarebbe svolto la sera:


E poi purtroppo è arrivato il momento dei saluti, non trovo le parole per descrivere questi 5 giorni che sono stati faticosi, ma pieni di soddisfazioni e di ricordi che mi accompagneranno a lungo.
Grazie Wuon-Gean per essere stata una bravissima e pazientissima insegnante e grazie Umberto per aver creato l'opificio e per organizzare questi bellissimi corsi!


7 luglio 2011

gli ultimi due giorni

Ieri niente tempo per postare; abbiamo lavorato fino a tardi e poi di sera tutti fuori a cena insieme.. Oggi di nuovo giornata super piena, abbiamo tutti intagliato tantissimo e fatto le prime prove di stampa del progetto a cui ognuno sta lavorando e che dovremmo terminare domani mattina! I tempi sono un po' stretti e lavoriamo tutti assiduamente.

Allora giusto qualche fotina nuova:

Wuon Gean alla lavagna spiega il principio della scomposizione dei colori su più blocchi: 


Non ho resistito a fare una foto alla splendida scatola degli attrezzi di Wuon Gean, che invidia!


Per finire oggi pomeriggio Umberto Giovannini, direttore dell'Opificio ci ha mostrato i suoi ultimi meravigliosi lavori spiegandoci il metodo di stampa utilizzato in ogni pezzo. Bellissimo e molto interessante!
Chi mi conosce bene può immaginare come mai questo fosse il mio preferito (forse dalla foto non si vede ma il titolo era Millenium Bridge)
: )


5 luglio 2011

lavoro di gruppo

Dunque secondo giorno di corso.

Oggi lavoro tutti insieme, avevamo una serie di una decina di blocchi che formavano un disegno fatto da Wuon Gean ed altri suoi allievi ad un workshop precedente.

Ha iniziato la maestra dandoci così anche una rinfrescata di dimostrazione di stampa:


Poi ognuno si è scelto un blocco da stampare e abbiamo passato tutta la mattina e parte del pomeriggio ognuno a stampare il proprio blocco, passandoci via via la carta in modo da avere delle stampe "finite"; io avevo il blocco dello sfondo giallo e ho potuto giocare un po' con le sfumature bokashi.


In verità ne abbiamo forse completata una o due, ma nei prossimi giorni Wuon Gean avrebbe intenzione di finirle tutte così da avere ognuno un piccolo ricordo del corso.
Ecco una panoramica di parte delle stampe:


Il restante pomeriggio è passato con una dimostrazione di affilatura dei coltelli.
Visto che domani inizieremo il lavoro nuovo abbiamo passato l'ultima ora giocando ancora un po' in gruppo con la mia amica Raffaella e un'altra corsista, intagliando ognuna un blocco parte dello stesso disegno e poi stampando tutte il proprio blocco passandosi la carta come durante la mattina.
E' stato un modo di lavorare molto carino, anche perché dividendoci il lavoro siamo comunque riuscite a completare un lavoro anche in così poco tempo.

Da domani quindi e per i prossimi giorni si lavora ad un progetto completo.
Non vedo l'ora!

4 luglio 2011

Montefiore Conca

Primo giorno di corso.
Post veloce veloce che mi sto sognando il letto già da qualche ora.

La location è suggestiva, il corso è BELLISSIMO, Wuon Gean è proprio brava e ha in progetto di farci lavorare un sacco.

Per cui, oggi infarinata generale sulla tecnica dalla teoria alla pratica, e poi tutti siamo riusciti a intagliare un blocco e a produrre una piccola stampa monocroma.
Tra le altre cose si tratta della mia prima stampa con un vero kento intagliato nel blocco (molto più furbo del kentoban che uso si solito : ))



Domani ci aspetta un "gioco" di gruppo in cui dovremmo provare tutti a stampare in serie dei blocchi intagliati precedentemente da Wuon Gean (ognuno stamperà un colore diverso), e poi 3 giorni per sviluppare un progetto completo a più colori..

Vi lascio con qualche foto e magari domani sera avrò la forza di essere un po' meno telegrafica
: )

Wuon Gean alla lavagna che spiega le particolarità della xilografia, in particolare del concetto di incisione in rilievo:


Il tavolo di Wuan Gean:


Come deve essere organizzato il tavolo per la stampa:





1 luglio 2011

di partenza, di nuovo


Ed eccomi di nuovo a fare le valigie.
Domenica si parte e da lunedì sarò immersa per un'intera settimana tra coltelli, blocchi di legno, carte e stampe.

Se siete un po' curiosi vi lascio qualche link sia del corso che della docente.
La cosa buffa è che quando uno le cose le ha a portata di mano (più o meno sono sempre 400 chilometri!) le scopre per caso, infatti mentre cercavo corsi e workshop estivi di mokuhanga sul sito della Est London printmakers pensando di dover affrontare un altro viaggio in aereo e sobbarcarmi un bel po' di altre spese ho trovato i corsi in collaborazione con l'Opificio della Rosa e complice l'ospitalità della mia amica Raffaella che partecipa al workshop con me, ho fatto presto a scegliere.

Gli organizzatori mi sembrano molto simpatici e soprattutto sono stati super disponibili a rispondere alle mie mille domande prima e dopo l'iscrizione. La location sembra molto bella e suggestiva, speriamo che ci ispiri qualche lavoro carino, e soprattutto non vedo l'ora di fare una settimana completa di full immersion tra trucioli di legno. Ecco una foto "rubata" da google per darvi un'idea di dove faremo il corso:



Spero di riuscire a fare qualche foto e qualche post sul corso giorno per giorno, ma se così non fosse ci risentiremo al mio rientro.

A presto!