27 ottobre 2014

Seconda conferenza internazionale sulla mokuhanga: giorno 2

Makoto Nakayama mostra i riferimenti per stampare a registro il ventaglio

Il secondo giorno di conferenza è stato probabilmente il mio preferito.. sarà che l'eccitazione era al massimo e la stanchezza al minimo, sarà che la giornata è stata incredibilmente densa di cose interessanti, ma sono riuscita a godermelo completamente.



Purtroppo anche questa volta diverse cose si sovrapponevano di orario ed era effettivamente impossibile riuscire a seguire tutto, la mattinata per esempio iniziava con due eventi in contemporanea, la "creazione" di un Hon-Baren da parte del maestro Hideiko Goto e una dimostrazione di stampa secondo lo stile di Kyoto da parte di Makoto Nakayama.

inchiostrando il keyblock

Avevo già avuto la fortuna di vedere il maestro Goto-san all'opera alla prima conferenza quindi ho iniziato con la dimostrazione di stampa.

In particolare di trattava di stampa su una speciale foglia d'oro per la creazione di ventagli e altri oggetti pregiati. Il metodo di stampa è molto differente dalla scuola di Tokyo (che più si avvicina forse al mio), molto più pittorico, caratterizzato da molti e delicati passaggi dello stesso colore per ottenere l'intensità desiderata. Per ottenere il bianco del coniglio in foto ad esempio il maestro ha stampato innumerevoli volte, ogni volta togliendo l'eccesso di colore con della carta assorbente. La dimostrazione è stata particolarmente interessante devo dire in quanto arricchita dalla splendida traduzione di Claire Cuccio, studiosa di stampe e egregia traduttrice, arricchiva i momenti di silenzio con aneddoti storici e particolari sulla tecnica molto preziosi.

Goto-san mostra i diversi effetti si stampa creati con differenti baren

Volevo comunque vedere all'opera anche il maestro Goto-san, soprattutto nella parte finale in cui si avvolge il baren con la foglia di bambù... la prima volta che lo avevo visto lavorare, non avendo mai ancora provato io stessa, non avevo apprezzato in fondo la difficoltà e la maestria con cui confeziona i suoi baren, dunque ho cercato di seguire entrambi i workshop che erano fortunatamente in stanza adiacenti. La dimostrazione di Goto-san si teneva dell'aula universitaria dedicata alla mokuhanga: ariosa, spaziosa, luminosa, ho immaginato con una punta di invidia la fortuna che hanno gli studenti che vogliono praticare la xilografia giapponese qui in università.

mizubake nell'aula mokuhanga...

...e marubake 

Il momento migliore della mia giornata è comunque arrivato quando il maestro Goto ha fatto la dimostrazione di ricopertura utilizzando il mio baren; oltre all'indubbio botta di .. ehm... ho anche scoperto che il mio Murasaki baren (come tutti mi è poi parso di capire) è stato proprio fatto da Goto-san, è che è di "forza" media, non un vero sumi e non un vero beta.

Goto-san e il mio baren

Le dimostrazioni del mattino finivano alle 12 per ricominciare alle 14.30, quindi insieme a Paul abbiamo pensato di dare di nuovo una occhiata alle carte della Trade fair che terminava quel giorno. Ovviamente come era prevedibile (ma a noi non era mica passato neanche per la testa) ci siamo dilungati tantissimo e ci siamo persi tutte le dimostrazioni del pomeriggio. Per l'open portfolio e la dimostrazione a cura delle cartiere Awagami vi consiglio di leggere l'interessante post di Yoonmi Nam su Printeresting.

Paul Furneaux

La giornata non era comunque neanche lontanamente finita, ci siamo dunque recato al closing party dell'esibizione Crossflows, con stampe di Moya Blight, Paul Furneaux e Ralph Kiggel in zona Mitsukoshimae. Lavori bellissimi, ottimo gin&tonic (per dei party che siano degni di questo nome sempre affidarsi agli anglosassoni :)) e infine tornati al 331 Chiyoda per il "Washi dialogue"; una presentazione a cura di Elspeth Lamb su come nasce la carta washi giapponese e come viene fatta con a seguire una presentazione degli artigiani cartai e "spacciatori" presenti alla fiera.

Ralph Kiggell 

Cosa si può volere di più di una giornata così ricca e preziosa?
A prestissimo per il giorno 3!

14 ottobre 2014

Seconda conferenza internazionale sulla mokuhanga: giorno 1

l'imponente manifesto della conferenza

No, non mi sono persa di nuovo, è che gli ultimi giorni sono stati un po' difficili, per motivi per cui non starò a tediarvi, e mi sono trovata a rimandare e rimandare questi post sulla conferenza perché non volevo associare i bei ricordi di Tokyo a un momento francamente un po' triste.. e non volevo neanche scrivere con un umore nero.. ma purtroppo il "momento" rimane quel che è, e tra un po' non è che avrà molto senso parlarvi ancora della conferenza che a conti fatti è terminata esattamente un mese fa.


il librone programma della conferenza principale e il suo fratellino degli eventi satellite


Dunque senza più esitazioni eccomi a scrivere della seconda conferenza internazionale sulla Mokuhanga: il primo giorno ad essere sinceri non c'era previsto molto, giusto la registrazione e il party introduttivo la sera, ma la cosa si è poi rivelata un gran vantaggio e vi spiegherò il perché.

Innanzitutto quest'anno la conferenza, rispetto a quella di Kyoto 3 anni fa, è stata divisa in due, con il "Main" program situato negli spazi dell'università delle arti di Tokyo Geidai e il "Satellite" presso il nuovo complesso artistico 331 Arts Chiyoda. Le due sedi sono entrambe in zona Ueno ma non esattamente vicinissime, e infatti una provvidenziale navetta è stata prevista per collegarle durante i giorni più pieni.


paper fair trade al 331 Arts Chiyoda


Nella sede di Geidai sono stati programmati gli eventi principali, workshop e dimostrazioni oltre a tutte le "letture" proposte da artisti e studiosi, mentre la sede del 331 Arts Chiyoda accoglieva la Trade Fair dove si potevano effettuare acquisti di carte e altri materiali, oltre ad un programma collaterale e una serie di mostre particolarmente interessanti.

Ma andiamo un passo alla volta. L'accreditamento iniziava alle 12 nella sede di Geidai, io e la mia cara amica Linda avevamo deciso di trovarci lì, ci siamo accreditate e abbiamo iniziato a sbirciare nella "sporta delle meraviglie" che ci era appena stata consegnata e che conteneva, oltre ai due libroni che vedete in foto, un bel pacchetto di campioni di carta Awagami, qualche cartina e vari inviti a mostre ed esposizioni in giro per Tokyo; super contente del nostro piccolo tesoro dopo un pranzo veloce abbiamo deciso di dirigerci direttamente verso il 331 Arts per dare un'occhiata alla fiera e soprattutto ai fornitori di carta. 
Due parole veloci sullo spazio del 331 Arts vale la pena spenderle: una ex scuola convertita a spazio espositivo e uffici-studi artistici, io avevo avuto la fortuna di visitarla due anni fa nei primi giorni della residenza a Tokyo (e poi Kawaguchi), perché qui c'è la sede del CfShe e del MiLab e l'ufficio di Keiko-san, mente e  anima della residenza; al tempo la struttura era ancora incompleta se non per qualche ufficio e qualche piccola esposizione e in questo breve periodo è diventata totalmente operativa e soprattutto vitalissima e fulcro di progetti molto belli e vari. 


il modo migliore per far capire la qualità delle diverse carte (oltre che provarle personalmente) è osservare i campioni stampati!! questo e altri espositori si sono rivelati utilissimi!


A questo punto meno male che la prima giornata era appunto scarna di appuntamenti perché dal giorno successivo il tempo materiale per fare acquisti in fiera si sarebbe rivelato quasi nullo mentre la varietà di carte e produttori era veramente interessante e amplia.


lo stand del Japanese Paper Place anche loro con campioni di carta già stampati


Innanzi tutto c'erano alcuni rivenditori internazionali come il Japanese Paper Place, rivenditore anche online di carte washi di tutti i tipi con un bel ventaglio di carte "vintage" o il Paper Connection International, anche questo negozio online con una bella selezione di washi: e poi molto produttori o rivenditori Giapponesi con una scelta davvero di qualità e interessante.  Io volevo comprare qualche campione da provare (al momento mi sto trovando molto bene con la mia Mawata light e ne avevo fatto una bella scorta, ma ho capito con le carte giapponesi fatte a mano meglio non abituarsi ad usarne solo un tipo non si sa mai per quanto e in che quantità saranno disponibili sul mercato) e la scelta che sembrava impossibile si è rivelata facilitata da due fattori: la possibilità di dialogare in inglese e il fatto di poter eventualmente effettuare acquisti dall'Italia. Esclusi a questo punto a malincuore diversi stand sono stata relativamente morigerata ed ho acquistato 3 o 4 tipi diversi di carta che sono ancora impacchettati e in attesa di essere provati. 



Nancy Jacobi del Japanese Paper Place mostra un esempio delle meraviglie che si possono fare con la carta washi


Se la fiera per quando riguarda la carta (che è comunque la cosa più importante nella stampa giapponese e dunque condivido pienamente la scelta dell'organizzazione) era una gioia, la parte restante dedicata a strumenti e colori è stata un po' deludente. Di qualche interesse una dimostrazione a cura della Holbein, famosa marca di colori giapponese che pare abbia inventato un pigmento liquido apposta per la mokuhanga, particolarmente intenso e da usare anche con la carta asciutta, ma al momento introvabile al di fuori del Giappone e dunque relativamente non troppo interessante per me, e poi qualche strumento per intagliare e stampare abbastanza "base".


dimostrazione di stampa con pigmenti liquidi Holbein


Il pomeriggio è semplicemente volato guardando campioni, facendo il calcolo di cosa acquistare e incontrando e reincontrando gente nuova, e ci siamo ritrovati di fretta e sotto un'acquazzone mai visto a tornare a Geidai per il party iniziale, a completamento di una giornata intensa e bellissima. 

Ma la conferenza vera e propria comincerà il giorno dopo con dimostrazioni davvero interessanti quindi vi do appuntamento al prossimo post!