mokuhanga


Le informazioni che seguono sono in gran parte tratte da il libro di Rebecca Salter "Japanese Woodblock printing" Ed. A&C Black London

Utagawa Kunisada, "Shokunin" (British Museum)
Come forse avrete ormai capito questo blog è un diario.
Un diario assolutamente personale, il mio viaggio alla scoperta della mokuhanga.
Sì ma appunto cosa è per la precisione la mokuhanga? La parola indica molto semplicemente la xilografia, infatti "moku" significa legno mentre "hanga" vuol dire stampa.
La stampa arriva in Giappone dalla Cina insieme alla tecnica della fabbricazione della carta, entrambe portate dai monaci Buddisti nell'ottavo secolo. La tecnica all'inizio è utilizzata principalmente per testi e scopi religiosi.
Solo molto dopo, intorno al 17° secolo inizierà ad essere utilizzata per scopi laici passando inoltre dalla stampa di libri a singole stampe.

Le prime stampe sono monocrome e realizzate con inchiostro sumi (inchiostro nero Giapponese) prodotte principalmente come illustrazioni per libri. Caratterizzate da forti linee di contorno, forme astratte, disegni intricati e nessuna profondità o volume. I libri vengono prodotti nei principali centri editoriali di Edo (Tokyo) Kyoto e Osaka. All'inizio del 1700 gli editori iniziano a proporre al nascente mercato borghese singole stampe, da principio in bianco e nero, in seguito colorate a mano.

Urushi-e anonimo 1735-1748
Questa tecnica è conosciuta come urushi-e (stampa laccata, dai ritocchi fatti con inchiostro lucido nero utilizzato per dare risalto ad alcuni particolari).
Le stampe vengono colorate a mano e la tiratura massima raggiunge 200 esemplari al giorno, ben presto gli artigiani non riescono a soddisfare l'enorme richiesta, senza considerare che la colorazine manuale incide fortemente sul prezzo finale.
Per riuscire a stare al pari della produzione di massa è necessario un metodo di registrazione pratico e preciso. Da qui l'invenzione del Kento (in giapponese kento significa chiave, dalla forma a L che ricorda appunto le chiavi dei templi)

Stampe a colori iniziano ad essere prodotte intorno al 1730, ma tirate in piccole quantità come edizioni private e lussuose.

Suzuki Harunobu
Il primo artista a lavorare a stampe interamente a colori è Suzuki Harunobu (1725-1770). Nel 1765 produce un calendario in 3 colori con una precisissima registrazione a cui fanno seguito stampe con 9 e più colori.
Tra il 1765 e 1786 la tecnica diviene sempre più complessa con stampe realizzate con sempre un maggior numero di colori.
Queste stampe sono chiamate nishiki-e (letteralmente disegni broccato) 

Le circostanze sociali in cui fiorisce questa forma d'arte sono importanti per capirne l'apprezzamenteo da parte del pubblico. In Giappone le stampe sono conosciute come ukiyo-e, letteralmente "immagini dal mondo fluttuante": questo concetto fa riferimento al concetto buddista dell'illusorietà del mondo sensoriale e della natura transitoria della vita. 
L'agiata classe commerciante delle grandi città giapponesi reinterpreta quest'idea come un godere dei piaceri della vita.

Gototei Kunisada, l'attore Ichikawa Danjuro come Kagekiyo 
Avendo a disposizione molto denaro, ma essendogli negate le alte forme d'arte come il teatro Noh o le scuole di pittura tradizionale (riservate alla nobiltà), la soluzione è quella di creare alternative come il teatro Kabuki spesso ritratto con i suoi protagonisti nella forma d'arte denominata ukiyo-e.
Tra le stampe più conosciute ci sono infatti immagini di attori famosi dell'epoca. La classe dirigente inizia a preoccuparsi del successo delle immagini riprodotte, così che dal 1789 tutte le stampe vengono sottoposte a censura e necessitano di sigillo ufficiale. Non è però il contenuto a subire restrizioni, bensì l'uso di così tanti colori considerato troppo lussurioso. 

Nel periodo di massimo sviluppo il business della stampa xilografica a colori, consiste di un'impresa ben organizzata comprendente artista, editore, intagliatore e stampatore.
L'editore porta avanti il progetto commissionandolo all'artista, procurando i materiali (e a volte anche i locali in cui lavorare).
Il disegno viene portato all'intagliatore, incollato su blocco a faccia in giù e intagliato, il blocco così ottenuto (keyblock) viene dato allo stampatore che ne stampa all'incirca una ventina di copie, le quali vengono restiuite all'artista affinché indichi i colori da usare. In ogni foglio l'artista evidenzia l'area da colorare con un inchiostro rosso aggiungendo a lato un campione del colore stesso (specificando aree da sfumare e così via). L'artista non esegue quindi una copia a colori completa e il suo lavoro termina con la scelta dei colori.

Le copie colorate vengono portate all'incisore dove sono incollate sui blocchi e intagliate. Terminati tutti i blocchi, questi vengono portati alla bottega dello stampatore (dove vengono aggiunti i kento) e stampate in serie (un colore per stampatore) in un minimo di 200 al giorno.

Le stampe poi vengono ritagliate e spedite all'editore e da qui vendute a poco prezzo nei negozi specializzati.
Le stampe così fatte non vengono considerate oggetti di pregio, da qui lo stupore dei Giapponesi alla ricezione delle stampe da parte dei primi occidentali che le vedono.

Kitagawa Utamaro
Il periodo dall'inizio 18° a metà 19° secolo copre l'ascesa e la caduta degli ukiyo-e, le stampe di Harunobu lasciarono il posto alle bellissime donne raffigurate dall'artista Kitagawa Utamaro, i cui disegni tecnicamente innovativi richiedono abilità sempre più sofisticate sia da parte di intagliatori sia stampatori.

Katsushita Hokusai 
Nonostante l'inizio del 19° secolo segni l'inizio della caduta degli ukiyo-e sono questi gli anni in cui lavorano due dei più grandi artisti di sempre ad avere utilizzato questa tecnica.
Katsushika Hokusai e Utagawa Hiroshige (conosciuto anche come Ando Hiroshige): entrambi conosciuti soprattutto per le magnifiche serie di paesaggi e per la loro apertura a sperimentazioni e nuove idee. I meravigliosi blu delle sfumature di cielo e mare vengono ottenuti utilizzando il blu di Prussia di recente arrivo dall'Europa.
Altre influenze della pittura occidentale si notano nei primi tentativi di uso della prospettiva.

Utagawa Hiroshige 
La tradizione della xilografia inizia a declinare dopo la restaurazione Meiji dal 1866 (alcuni ritengono però che questo periodo segni anche il picco del raggiungimento della capacità tecnica)
Il contatto con l'occidente porta nuove tecniche e forme di stampa, la xilografia tradizionale inizia a perdere vitalità.

Onchi Koshiro
L'interesse rinasce nel 20° secolo con il movimento Sosaku Hanga (stampa creativa) in cui una nuova generazione di artisti si affascina alla tecnica: influenzati dal metodo occidentale che vede la stampa come momento creativo piuttosto che solo metodo di riproduzione. Due dei più famosi artisti di questo tempo sono Onchi Koshiro (1891-1955) e Munakata Shiko (1903-1975). Artisti come loro si occupano di tutto il precesso, dal disegno all'intaglio alla stampa finale.

Munakata Shiko


1 commento: