29 settembre 2011

di muschio e di boschi



Non me ne vogliate, ma sono di nuovo qui a fare le valigie (però questa sarà l'ultima volta per un bel po' eh).
Edinburgo mi aspetta per un breve corso con Paul Furneaux, e poi già che ci siamo questa volta ci si ferma qualche giorno in più a fare un giretto nelle basse highlands, sì lo so che non è proprio la stagione ideale, ma il corso era questo week end quindi...



Aspettavo con ansia questi due giorni di ripasso/immersione. Intanto sono proprio contenta di rivedere Paul che non ho più sentito da Kyoto, e poi è in effetti il momento giusto per riprendere da capo le cose e rivedere un po' la stampa insieme a lui. Poi è sempre bello conoscere persone nuove e confrontarsi sulle proprio passioni e per finire c'è qualcosa che mi piace molto nell'idea di tornare nel posto dove tutto è cominciato : )



Per utilizzare al meglio questi due giorni mi sono un po' portata avanti col lavoro e ho già intagliato qualche blocco. Per ora questi 5. Mi sono tenuta sul semplice (e ho intagliato velocissimo, che devo ancora fare le valige e un sacco di altre cose) ma lo scopo è stampare il più possibile e sperimentare con più strati di colore. Tra parentesi non ho ancora idea sui colori da utilizzare, sarà meglio che mi decida onde evitare di perdere importanti ore di lavoro!


Qui sopra un piccolo scorcio della mia moleskine con lo schizzo iniziale e la prima idea di scomposizione dei blocchi.

Al rientro potrete "ammirare" la stampa finita.
Ci risentiamo a metà ottobre!

27 settembre 2011

the pink path




O anche "di come complicarsi inutilmente la vita con cose assurde come un miliardo di petali di ciliegio".
Continua la serie dedicata all'Hanami giapponese: seconda e anche penultima delle stampe che avevo lasciato da parte.. a parte che non ho fatto una gran furbata a lavorare così le tavole tutte insieme, perché sì insomma da un lato avevo voglia di finire tutte le cose lasciate in sospeso, ma dall'altro ci sono delle cose nuove che frullano nella testa e che spingono impazienti. Ma se ho imparato qualcosa nei mesi estivi è basta lasciare cose in sospeso perché 1- non si finiscono da sole, 2- appunto dopo un po' sei stufo ed è un peccato.
Dicevamo a parte tutto ciò, ma il giorno in cui mi son svegliata con l'idea di questa cosa qui non potevo rimanere a dormire? Ok ci sono un sacco di cose peggiori nella vita che intagliare una gran quantità di petali di fiore e la cosa non è neanche molto complicata, semplicemente incredibilmente... noiosa! Anche perché dalle prove di stampa non sembravano mai abbastanza! 


Da principio ho cominciato con i miei 3 strumenti più piccoli, un aisuki (che non ho proprio usato in verità) e due komasuki. Ho anche disegnato i petali prima di intagliarli onde facilitarmi il compito (pensavo):


Il mio komasuki più piccolo però era davvero troppo piccolo e i petali nella parte alta del blocco non si vedevano neanche, senza contare che dopo un po' ha anche vinto la mia parte interiore anarchica e non sono riuscita più a guardare il disegno andando bellamente per i fatti miei (cioè abbastanza a caso : )).



Morale? Ogni volta che facevo una prova di stampa mi accorgevo che avrei dovuto fare più petali più petali più petali..così ho passato gli ultimi due giorni in una specie di trance folle incisoria, perché dopo un po' che intagliavo 'sti robi mi ritrovavo con la mente che vagava allegramente dove voleva lei : )

Anche qui per lo sfondo una leggera sfumatura bokashi per dare un po' più contrasto al verde e al blu:



Tra le altre cose potete anche notare rispetto al blocco solo del nero che ho deciso di togliere i contorni del pavimento, facevano troppo fumetto e proprio non mi piacevano..
Anche sul colore del kimono ci ho pensato e ripensato..



A voi come piace di più?

Aggiornamento blog: i più attenti noteranno che ho aggiunto a lato una colonna etichette, i post iniziavano a diventare tantini e così risulta un po' più facile la ricerca di quelli più vecchi. Prossimamente pensavo di mettere anche un bottone di ricerca... voi che ne dite?

23 settembre 2011

make a wish



Ad aspettarmi al rientro dalle vacanze non c'era solo il mio bel timbro, ma anche una moltitudine di keyblock lasciati da parte nel mese di agosto quando, anche per colpa del caldo, avevo molta voglia di intagliare e poca di stampare, in particolare avevo in sospeso questa, questa e questa.

Manco a dirlo era forse il caso di riprenderle!
Ecco quindi la prima, lasciata da parte perché avevo grossi problemi con il secondo blocco, quello del rosa e del ramo rosso, l'ho stampato non so quante volte spostando di volta in volta il kento, ma niente non c'è stato modo di stamparla a registro. Quindi al rientro invece di continuare a sbatterci contro la testa, ho semplicemente fatto che reintagliarlo; e francamente l'avessi fatto prima avrei risparmiato un sacco di tempo e carta, ma va beh sbagliando di impara no?

(a destra quello definitivo come potete vedere mi sono tenuta un po' più larga con i fiori)

Dunque niente di trascendentale in questa stampina, un po' di bokashi nello sfondo che ho stampato due volte per ottenere la tonalità di colore che mi piacesse e tra una stampa e l'altra con la macchina foto a tracolla ho fotografato i passaggi intermedi. A parte che ho deciso che voglio un segretario-servitore che faccia le foto lui perché quando già fai tutto di fretta (che altrimenti la carta si asciuga etc etc) ci manca solo -accendi la macchina foto-alza le luci-scatta la foto- a complicarti la vita : )) comunque a parte questo dicevamo ecco la sequenza di stampa:






E qui tutti in fila belli e ordinati i blocchi:



21 settembre 2011

London calling - second part




E dopo la visita all'esposizione perché negarsi una visita proprio allo studio dove tutto questo è nato?
Era da un bel po' in effetti, da prima di fare il corso all'opificio e conoscere Wuon Gean che volevo visitare l'East London Printmakers, ma un po' la posizione un po' il timore (sì ok ci vado e poi che faccio?) fatto sta che avevo sempre rimandato. Ma questa volta la scusa era di rincontrare Wuon Gean per cui ci siamo date appuntamento direttamente lì. A parte il fatto che alla fin fine lo studio si raggiunge benissimo con il bus senza neanche bisogno di prendere la metropolitana, è stato davvero carino. Wuon Gean è sempre dolcissima e incredibilmente disponibile, ci ha fatto fare un bel giro dello studio, che manco a dirlo è FANTASTICO, spazioso, luminoso e attrezzatissimo per qualsiasi tecnica di stampa che si voglia provare, dai due torchi calcografici immensi (alti altissimi, più di me e mio marito!) e le attrezzature per serigrafia più grandi che abbia mai visto. Ovviamente il mio sogno adesso sarebbe fare una residency lì, ma al momento mi sembra ancora irrealizzabile, devo lavorare ancora un bel po' prima che mi prendano in considerazione mi sa : )
Nonostante fosse impegnatissima Wuon Gean ci ha accompagnato in una bellissima passeggiata dal parco dietro lo studio, i London's Fields fino a Brick Lane, che in verità non avevo mai visitato forse un po' spaventata dall'affollatissimo mercato, anche se senza mercato la via è carinissima e piena di deliziosi negozietti.

Sempre su consiglio di Wuon Gean, visto che dovevamo recarci al British per incontrare un amico, già ci pregustavamo una interessantissima mostra di stampe degli aborigeni australiani, ma con la nostra tipica fortuna l'esposizione era appena terminata il giorno prima : (
Peccato perché dalle sola foto che ero riuscita a vedere su un catalogo sembrava davvero carina.


Comunque ci siamo consolati con una visita al museo e alle sue stampe di Utamaro e Hiroshige che sono sempre bellissime. Come si fa a non rimanere incantati davanti a questo pannello!


Visto che però non mi sentivo abbastanza consolata ci siamo anche regalati un pranzo a base di okonomiyaki nel ristorante Abeno proprio di fronte al museo, anche se l'okonomiyaki (a metà tra un pancake e una frittatona a base di cavolo e altri ingredienti a scelta) non è tra  i miei cibi giapponesi preferiti qui lo fanno proprio buono, come quello mangiato in Giappone, per non parlare poi dei gyoza buonissimi con la sfoglia fatta a mano.


Non poteva ovviamente mancare una visita all' Intaglio Printmakers in assoluto il negozio più fornito che io abbia mai visto in fatto di incisioni e stampe. L'entrata rimane un po' nascosta, ma non esitate scendete le scale sulla destra e vi troverete nel paradiso nei maniaci incisori. Odore di inchiostro, scaffali di carta e strumenti di ogni tipo, io di solito non riesco a uscire prima di una buona mezz'ora (ma anche di più?). Questa volta comunque sono stata molto brava e ho comprato solo quello che mi serviva senza sgarrare:


Un Hosho Pad, il blocco di carta come definito da Wuon Gean "cheap and cheerful" definizione che gli sta bene assai, un aisuki con lama molto sottile, della colla nori, il famoso inchiostro Sumi, una piccola slipstone triangolare per togliere le impurità dall'interno delle lame a V dopo l'affilatura, e soprattutto un po' blocchi di legno, del resto come resistere dalla tentazione di passare la security dell'aeroporto con la tua bella borsa piena di legno facendoti mille pensieri su come spiegare che i blocchi a te servono per inciderli? La gente normale torna da Londra con uno shopping di tipo leggermente diverso ma tant'è.

Se per andare da Intaglio per caso decidete di farvi una passaggiata sul Thames Path perchè non fare una puntatina alla piccola e graziosa Southbank Printmakers gallery? Sembra più un negozio che una vera e propria galleria e del resto lo scopo è proprio quello di vendere eh, però un salto vale la pena, ci sono molte cose interessanti. Tra le mie preferite assolutamente Jazmin Velasco con le sue linocut, in particolare le Regent's series mi sono piaciute un sacco (ma non disdegno i giardini zen della serie giapponese).


Termino consigliando una rivista che era da un po' che adocchiavo nelle mie visite da Intaglio e che finalmente mi sono decisa a comprare.


Al suo interno un sacco di cose interessanti per un po' tutte le tecniche incisorie, dall'acquaforte alla xilografia passando per serigrafia e linocut. Qui per esempio parlano di Paul (che rivredò molto presto  : ))


Purtroppo la rivista è in inglese, ma se masticate le lingua la potete acquistare qui, io penso proprio che proverò ad abbonarmi per un anno.

Ecco, con questo è davvero tutto, dal prossimo post si ricomincia con i miei lavori, sperando nel frattempo di riuscire a produrre qualcosa di accettabile!
: )

19 settembre 2011

London calling - first part


Allora, durante le vacanze ho avuto la fortuna di passare qualche giorno a Londra, e visto che la città pullula (a dir poco) di cose interessanti eccovi qualche piccolo suggerimento se vi capitasse di andare prossimamente. Non aspettatevi niente di trascendentale, semplicemente un piccolo elenco delle cose che mi sono proprio piaciute durante la mia ultima visita.


Questa qui la consiglio assolutamente. Una piccola esibizione al Victoria & Albert Museum (tra l'altro se non l'avessi ancora detto decisamente il mio museo londinese preferito del momento, soprattutto se si ha la fortuna di andarci d'estate con il suo giardino per picnic e la fontana dove immergere i piedi affaticati) al confine tra arte e artigianato. Io sono rimasta letteralmente folgorata da Dalton Ghetti, se non lo lo conoscete andate assolutamente a vedervi il link; Dalton è un falegname che nel tempo libero si "diverte" ad incidere le punte di grafite delle matite con risultati incredibilmente spettacolari. Nell'esibizione purtroppo c'era solo il suo alfabeto, ma si fermavano tutti per minuti e minuti ad osservarlo incantati.
Se poi volete avvicinarvi allo strano e poco conosciuto (almeno da me che l'ho appena scoperto : )) mondo dei QR Code perché non cominciare da pezze al punto croce da applicare su vestiti o borsette?


Nell'esibizione era assolutamente vietato scattare fotografie, per cui dovete accontentarvi di queste due prese dal depliant gratuito, certo se ora siete proprio curiosi c'è tempo fino al 2 gennaio per visitarla!

Prima di partire avevo curiosato sul blog di Wuon Gean e scoperto di questa mostra che pareva parecchio interessante, con gli artisti della East London Prinmakers.


Oltretutto mi pareva una bella scusa per visitare una zona di Londra che non conoscevo affatto, e perché no, per assaggiare il famosissimo (come dicono loro) salmone di Forman's. Allora, il salmone in effetti è stato proprio buono e la vista su Regent's Canal davvero bella (va beh, oltre al canale c'era anche tutta la parte dello stadio olimpico in costruzione che non era proprio una meraviglia ma basta accontentarsi) per nulla dire sullo spazio espositivo davvero incredibile. E la mostra? Molto molto molto bella, una varietà di lavori interessanti alcuni che mi sono piaciuti davvero tanto. Qui di seguito qualche foto, ma considerate che a parte qualcuna scattata dal marito le altre sono quasi peggio del solito che ero davvero distratta dalle opere! Tra l'altro mi scuso in anticipo ma furbamente ho fatto un po' di confusione e non ho neanche tutti i nomi degli autori che mi sono piaciuti di più.. Mi cospargo il capo di cenere, abbiate pazienza!

Cominciamo ovviamente da Wuon Gean, visto che è lei il motivo per cui siamo venuti qui, e i suoi bellissimi "Dancing Dresses". Manco a dirlo la mia preferita è venuta sfocata, ma se siete curiosi potete ammirarla sul sito di WG, nella prima foto è quello alla sua destra.





















Tra le opere più curiose sicuramente questa di Mike Fell, che prendendo spunto dall'affumicatura del salmone che viene fatta proprio sotto la galleria, ha pensato bene di "affumicare" le sue stampe. Mike spiega "...ho affumicato queste stamper per 4 ore con il fumo ottenuto bruciando il legno avanzato dal blocco intagliato. Il processo è risultato in un leggero inscurimento dell'inchiostro, anche se io speravo in un maggiore ingiallimento e arricciamento della carta." Se qualcuno se lo stesse chiedendo ebbene sì, ho provato ad annusarle (molto discretamente anche se WG mi ha poi confessato di averlo fatto anche lei) e sono rimasta un po' delusa perché non odoravano assolutamente di affumicato : ))


Altre cose che mi sono piaciute molto in ordine rigorosamente sparso:




Preghiera della buona notte stampata direttamente sulle federe dei cuscini:

Lo spazio espositivo:

E per ultima una fotina che è venuta per caso ma mi è piaciuta assai:

Manco a dirlo c'erano ancora un sacco di cose interessanti di cui non ho le foto oppure sono inguardabili!
Tra queste anche una di Umberto Giovannini che allo studio ha fatto una residency, di cui casualmente però avevo già parlato qui.

Alla prossima puntata!

16 settembre 2011

di nuovo qui

Eccomi di ritorno, diciamocelo il rientro dalle vacanze è sempre un po' drammatico, però io avevo ad aspettarmi un bel pacchettino fresco fresco dall'america che mi ha decisamente rallegrata.
Dopo aver atteso un po' (l'avevo ordinato in luglio ma non avevo fretta) ecco arrivato finalmente il mio hanko, ovvero timbrino firma con il mio nome scritto in kanji giapponesi e che utilizzerò per firmare le mie stampe!



Non è bellissimo? E' arrrivato con tanto di scatolina e tampone con inchiostro rosso oltre ad una bellissima e giapponesissima (sì lo so arriva dagli Usa non dal Giappone, ma l'usanza di "arricchire" pacchi e pacchettini con piccoli omaggi graziosi è molto giapponese)  foglia di acero pressata.



Tra l'altro i tipi della Japanese Connection sono stati molto carini, in particolare Ben che mi ha sopportato a lungo per la scelta di caratteri e kanji!



Ultima cosa, per i più curiosi il primo kanji si legge "ma" vuol dire "sincerità" mentre il secondo si legge "ra" e significa "seta" (ok il primo mi si addice forse un po' più del secondo  : ))

Coming soon un piccolo reportage di cose molto interessanti direttamente da Londra.
A presto.