29 giugno 2011

stagione di ciliegie


Ecco la seconda stampa delle mie "piccole cose rosse". Questa per chi mi conosce non è niente di nuovo visto che l'avevo già fatta ad acquaforte e cera molle, ma io sono un po' ripetitiva e guardando i miei blocchetti formato A5 mi è subito venuto in mente che potevo riprendere questo piccolo progettino a cui nel frattempo si erano aggiunti un po' di schizzi.

Questi giorni di stampe sono stati un po' altalenanti; da una parte ho prodotto 4/4 stampe soddisfacenti di questa qui (e sono contentissima) dall'altra mentre usavo gli stessi colori, ho fatto delle ristampe di quella con la coccinella e su 5 ne sono risultate passabili solo 2. In verità mentre mi accorgo che miglioro un pochino per giorno, mi sto anche rendendo conto che la stampa è sempre più faticosa, la concentrazione necessaria è altissima, un piccolo sbaglio e si butta via un foglio di carta e una buona mezz'ora di lavoro (se non di più). Per cui pause frequenti e niente divagazioni mentali... 

Di questo tipo ne seguiranno diverse che però non sono ancora in fase di intaglio dal momento che nel frattempo sto cercando di finire qualcos'altro.. la piccola preview che ho mostrato l'altro giorno. Per ora sono soddisfatta di quello che sta venendo fuori, ma ci devo ancora lavorare parecchio. 
Una della cose che mi è sempre mancata e che la mokuhanga mi sta un po' insegnando è la pazienza. Sia nell'intaglio che nella stampa non bisogna assolutamente essere frettolosi, e visto che a differenza delle altre tecniche con cui mi sono cimentata fin'ora qui è davvero molto difficile correggere gli errori, l'unica possibilità è concentrarsi, non avere fretta e soprattutto quando si è stanchi FERMARSI, perché dopo una mezza giornata di lavoro fare un intaglio di troppo e portare via parti importanti del disegno è frustrante. E lo stesso per la stampa, dopo aver magari stampato già 4 o 5 colori rovinare tutto perché si ha fretta di finire è proprio stupido.

Comunque intanto sono contenta perché per prima cosa il formato dei blocchi è doppio rispetto a quelli utilizzati fin'ora e lavorare un po' più in grande è gratificante, anche nelle prove di stampa ci si diverte di più. Senza contare che sono anche soddisfatta dell'intaglio, ho fatto dei particolari molto più minuti e precisi rispetto ai precedenti lavori! Complice anche i bellissimi blocchi comprati in Giappone: un bel compensato di grana molto fine, molto facile e divertente da intagliare; per chi fosse interessato il legno si chiama Shina Plywood e si trova anche sul sito di McClains anche se quando ho visto i prezzi il sorriso si è un po' affievolito, soprattutto considerando che a Kyoto l'ho pagato molto ma molto meno.

Vi lascio con un altra piccola piccolissima immagine:


come vedete c'è ancora molto da fare!

27 giugno 2011

strumenti: i pennelli

Inauguro questa piccola serie di post sugli "strumenti del mestiere"; visto che mi trovo spesso a citare strani nomi giapponesi e a dare per scontate un po' di cose, ho pensato che potrebbe essere utile e interessante specificare cosa rende diversa la mokuhanga dalla xilografia occidentale, partendo dalle basi stesse.

Avrei voluto cominciare dalla carta avendo promesso di parlarne qualche post fa, ma non sono ancora soddisfatta di quanto ho scritto fin'ora.


Iniziamo quindi dai pennelli che sono di diverse misure e hanno diversi utilizzi, dall'inumidire la carta alla stampa vera e propria.

Il primo della lista è il Mizu Bake, il pennello dell'acqua:


In genere viene fatto con pelame di capra, nella foto non si vede molto bene ma questo pennello è davvero molto spesso, circa un dito e mezzo di spessore e riesce ad assorbire moltissima acqua.
Viene utilizzato per inumidire dei fogli di carta leggerissima (molto sottile tipo carta da giornale) tra cui si infileranno i fogli di carta per stampare, di modo che raggiungano il giusto grado di umidità e non siano troppo bagnati.

Durante le dimostrazioni di Kyoto l'ho anche visto usare per bagnare i blocchi di legno prima di inchiostrarli, ma per questa operazione preferisco utilizzare uno spruzzino, così riesco a dosare meglio le quantità di acqua.
Uno di questi pennelli basta e avanza, e se trattato con cura dovrebbe durare mooolto a lungo           (speriamo : ))

Assolutamente indispensabili per la stampa sono i Maru Bake:


Pennelli che assomigliano molto a piccole spazzole da scarpe, in genere fatti in pelo di cavallo o cervo.
Questi sono davvero insostituibili e servono a spandere l'inchiostro sul blocco di legno. Come forse ho già accennato nella xilografia giapponese si utilizzano esclusivamente inchiostri a base d'acqua, come l'acquerello o la tempera (in verità tradizionalmente si utilizzano direttamente i pigmenti in polvere finissima miscelati con acqua e colla nikawa); e a differenza della xilografia tradizionale non si utilizza il rullo per spargere l'inchiostro, ma appunto un pennello.
Il blocco viene ricoperto di colore e questo viene "spalmato" (con l'aggiunta di una pasta collosa speciale fatta col riso che si chiama nori) con i pennelli; nella foto si vedono bene anche le piccole gocce di pasta nori trasparente che si aggiungono all'inchiostro:



In genere durante la fase di stampa è bene utilizzare un pennello per colore.
I Marubake sono di diverse misure, il mio nella foto è tra i più piccoli che ci sono, altrimenti ancora più piccoli per i particolari con sono gli Hanga Bake che potete vedere in due misure diverse qui sotto:


Questi pennelli hanno la particolarità di avere le setole con le punte spezzate (questo si ottiene strofinando i pennelli su pelli di squalo), questo serve a distribuire meglio il colore sul blocco senza che ci siano delle striature che un pennello normale lascerebbe.

Ultimi sono i pennelli Hakobi, che però io non possiedo perchè gli unici facilmente sostituibili (se volete vedere una foto cliccate sul link del nome) e che servono per trasferire l'inchiostro sul blocco. Si utilizzano questi altrimenti i marukabe si impregnerebbero troppo di pigmento e dovrebbero essere ripuliti spesso. Al loro posto si possono usare dei pennelli qualsiasi di setolaccia.

Alla prossima puntata!

23 giugno 2011

prove di stampa - 2

Ed eccola finalmente terminata:



Sono molto soddisfatta del risultato finale, forse ci sono ancora due o tre ritocchini da fare, ma per ora sono decisamente contenta.
Mi spiace un po' di aver eliminato la sfumatura bokashi, ma mi piace decisamente più così, un po' piatto con quest'effetto figurina.
Questa fa parte di una serie di disegni che mi porto dietro da un bel po' per cui ne vedrete altri sullo stesso tema presto.

Nel frattempo una piccolissima preview di un blocco che ho iniziato a intagliare ieri, una piccola sfida che si sta rivelando molto stimolante e mi riempe di entusiasmo..


E per chi non l'avesse ancora notato, a lato trovate un nuovo link al mio negozio su etsy. Era da un po' che pensavo ad aprire anch'io un negozietto online, e etsy mi è sempre piaciuto molto, ho comprato diverse cose e sono sempre rimasta molto soddisfatta, per cui la scelta era inevitabile!

21 giugno 2011

prove di stampa - 1

Avrei voluto fare questo post a lavoro completo, ma non mi piacciono le lunghe assenze sui blog e avendo deciso ieri di cambiare colori e alcuni dettagli al lavoro e non avendo ancora prodotto una stampa definitiva, eccovi un post in due parti.

Quindi, dove eravamo rimasti.. avendo realizzato la scorsa volta che forse era il caso di re-intagliare i blocchi colore, mi sono messa al lavoro.
In alcuni momenti l'intaglio è stato particolarmente faticoso, questa partita di legno è ricca di nodi che creano non pochi problemi quando si va ad intagliare:


Dopo aver sudato un po' più del solito, ho finalmente finito la prima fase di tutti i blocchi e fatto la prima prova di stampa con inchiostro sumi:


A questo punto però mi sono resa conto che a parte le sovrapposizioni più grossolane, per lavori di questo tipo con più colori, stampare tutto nella stessa tonalità di sumi confonde un po', per cui dopo le prime correzioni ho ristampato, ma questa volta utilizzando i colori definitivi.
Nella sequenza vedete bene le varie fasi di stampa:


Come vedete però ci sono ancora parecchie sovrapposizioni di colori in particolare su mani e colletto del vestito.
Per aiutarmi e sapere esattamente dove intagliare ho fatto una controstampa sul blocco.
Il bordo nero ora mi aiuta a togliere esattamente dove serve né più né meno.


Per cui dopo un po' di intagli il risultato è questa prova, con il mio primo esperimento di sfumatura bokashi:


Ecco, in teoria adesso avrei dovuto iniziare a stampare seriamente e produrre almeno due o tre stampe decenti da mostrarvi, se non fosse che ieri pomeriggio riguardavo i miei blocchetti ed ero niente niente soddisfatta...
Dopo vari rimuginamenti ho quindi deciso di cambiare alcuni colori e per problemi di sovrapposizione devo apportare qualche modifica al blocchetto del vestito.
Quindi per ora niente foto definitiva da mostrare.

In compenso potete accontentarvi di questa:


Al mio gatto piace decisamente questa nuova tecnica
: ))

17 giugno 2011

di stampe vecchie e nuove e di piccoli errori

Allora, in questo giorni ho stampato: stampato stampato stampato e stampato... vabbe' non esageriamo, non così tanto, ma c'erano carte e baren da provare per cui mi ci sono messa d'impegno.

Quando dicevo che il mio nuovo baren è tutto un altro mondo mica scherzavo. Ecco a confronto una stampa appena fatta con una vecchia che avete già visto, ma giusto per dare un'idea:


E i colori, che ci crediate o no sono gli stessi. Il nero in particolare cambia completamente, e nelle nuove stampe sto anche usando meno quantità di colore sui blocchi. Insomma, puoi leggere su manuali e ascoltare maestri che dicono che un buon baren è fondamentale per fare stampe decenti, ma fino a quando non ci si sbatte il naso contro non ci si crede.
In effetti al ritorno dal corso di Edinburgo dove avevamo usato i baren di Paul, ho dovuto buttare stampe e stampe perchè tutte orrende, e dopo giorni frustranti finalmente ero riuscita a produrre qualche stampa appena accettabile, ma con una quantità di acqua e tempera davvero esagerate. 

Da questo lato quindi sono molto soddisfatta, peccato che avrei voluto farvi vedere qualcosa di nuovo per dimostrare le meraviglie del mio baren, ma dopo aver passato tutta la mattina a cercare di stampare il nuovo soggetto a qui sto lavorando, ci ho rinunciato.


Allora, questa "opera" è composta da 5 blocchi di colore diverso, e forse in foto non si vede molto bene, ma avendo solo il keyblock con delle linee relativamente sottili, ho provato ad usare il legno sidegrain (quello molto bellino comprato di recente, ma anche più caruccio) solo per la matrice nera, mentre per le campiture di colore ho usato il japanese plywood (più grossolano ma decisamente più economico): risultato.. un disastro: va be' disastro proprio no, ma oltre alla fatica di dovermi concentrare molto di più in fase di stampa, visto che i due legni hanno reazioni molto diverse sia con acqua che colore, il vero tocco di genio stava nel fatto che i blocchi sono di spessore diverso:



...molto diverso, il sidegrain è circa 10 mm mentre il plywood 4 mm. Per cui per riuscire a tenere il registro ho dovuto usare due kento diversi (il kento esterno deve avere lo stesso spessore del blocco di legno che si sta stampando). In pratica stampavo prima tutti i 4 blocchi con il colore con un kento e poi ultimo il blocco del nero con un altro kento; forse con una foto si capisce un po' meglio:


Per cui dopo aver passato la mattinata a stampare, ma non avendo prodotto neanche una stampa passabile, ho capito che questa cosa NON SI FA.. ma proprio NO NO NO, è praticamente impossibile (magari qualcuno ci riesce ma io decisamente no) tenere il registro, quindi mi sono rassegnata e ho deciso di re-intagliare i blocchi colore sullo stesso legno del keyblock; che comunque essendo spesso si può utilizzare da entrambi i lati.
Come dire, ci metto un po' ma alla fine ci arrivo..

Oggi pomeriggio quindi si intaglia, così avrò finalmente qualcosa di nuovo da mostrare!
E ora al lavoro.

15 giugno 2011

di nuovo al lavoro

Eccomi tornata, dopo aver passato due giorni a riposarmi e riordinare le idee (e gli acquisti), da questa mattina si lavora di nuovo!
Come se il viaggio a Kyoto non fosse stato abbastanza, al mio ritorno avevo ad aspettarmi una piacevolissima sorpresa, la carta che avevo ordinato prima di partire da McClain. Per cui dopo aver passato ieri sera una buona oretta a tagliarla e inumidirla per la stampa, oggi appena sveglia ho fatto le prime prove su due blocchi che avevo intagliato prima di partire.

Beh sono soddisfatta, perchè finalmente ho imbroccato un acquisto di carta giusto; certamente non bella come quelle adocchiate tra i produttori a Kyoto, ma direi che per le mie prove va benissimo.
E sono veramente entusiasta del mio nuono baren! Sembra incredibile, ma la stampa è completamente diversa, persino i colori sembrano più saturi e basta molta meno tempera per ottenere delle stampe completamente differenti dalle prime che facevo. Sono proprio contenta insomma.

Comunque, mentre intagliavo prima di partire, ho cercato di fotografare tutti gli step in modo da rendere un po' più chiaro il procedimento.

Si comincia riportando il disegno sul blocco di legno; si potrebbe benissimo disegnare direttamente sul blocco (con una matita morbida altrimenti si creano dei segni sul legno), basta ricordarsi che la stampa sarà il disegno "rovesciato". In teoria i puristi incollano il disegno (fatto su carta washi molto leggera) a "faccia" in giù sul blocco, l'inchiostro trasparirà in superficie e a questo punto si intaglia. Io trovo molto comodo l'utilizzo della carta carbone   : )


Poi mi aiuto con un pennarellone (utilizzare toni chiari e neutri perchè altrimenti il colore che viene assorbito dal legno crea problemi in fase di stampa). Questa fase  sarebbe superflua, ma a me serve per ricordarmi sempre cosa devo togliere e cosa devo tenere (si asportano le parti che non devono prendere colore in fase di stampa). Alcuni maestri suggeriscono di colorare tutto il blocco con un colore tenue e neutro ad acquarello, in modo da vedere meglio dove si è già asportato il legno, ma ho provato e mi confondo un po'.. preferisco col mio metodo!

A questo punto è decisamente facile ricordarsi le parti che devono essere asportate e quelle che non vanno toccate:

Adesso si intaglia! Utilizzando l'hangi-to, che è il coltello più importante della xilografia giapponese, si fanno i contorni di tutte le linee. L'hangi-to è il segreto dei minuziosi intagli degli ukiyo-e. Innanzi tutto si utilizza in modo completamente diverso da tutti gli altri strumenti; si impugna come un pugnale con il pollice ben saldo sulla punta del manico, e si fa scorrere sul blocco tirandolo a sè (al contrario di tutti gli altri strumenti che si spingono).


Io all'inizio sono sempre un po' timorosa, per cui mi tengo abbastanza "larga" rispetto al disegno, del resto si può sempre togliere in più mentre aggiungere è piuttosto difficile..

Una volta fatti tutti i contorni con l'hangi-to ci si può un po' rilassare, il lavoro più difficile è finito, ora bisogna "pulire" tra le linee incise, facendo ben attenzione a non andare oltre e finire sulla parte che dovrà essere stampata.
Per questo lavoro utilizzo prima una o più comunissime sgorbie a U, molto resistenti e di varie ampiezze:


Poi rifinisco utilizzando diversi aisuki di misure differenti. Con questo strumento appiattisco le zone intagliate in modo che non disturbino in stampa e faccio tutte le rifiniture che non avevo osato fare con le sgorbie più grossolane:


Dopo una bella rifinitura con della carta vetro molto fine per togliere ogni eventuale ruvidità del legno, la mia tavoletta è pronta per la sua prima prova di stampa.
Io stampo le prove utilizzando un inchiostro sumi che avevo comprato nel mio precedente viaggio in Giappone. Sarebbe un inchiostro da calligrafia, ma mi piace molto il risultato che da' in stampa, inoltre il colore tenue non disturba il colore che sceglierò per le stampe finali.



Ora pulisco e aggiusto le bruttezze principali e procedo ad intagliare il secondo blocco.
Utilizzo il primo blocco come "chiave" per modificare il disegno originale e poi trasferirlo su un nuovo blocco.
E si ricomincia ad intagliare:


In questa foto si vede bene il lavoro fatto con l'hangi-to.

E poi quando tutto è pulito si stampa, ovviamente sullo stesso foglio dove si era stampato precedentemente, sovrapponendo così i disegni. Per ottenere il registro si utilizza un sistema che si chiama kento, e che consiste in dei segni che si incidono sul blocco originale per avere i riferimenti di come mettere la carta: lavorando su tavole così piccole però è più comodo utilizzare un kento "esterno", una specie di riga ad angolo a cui si appoggia il blocco inchiostrato e che si vede nell'angolo in questa foto: si nota bene anche il nastro di riferimento dove si appoggia la carta (ce n'è un'altro ad angolo retto nella parte ad angolo del kento).


Ed ecco la prima prova:



A questo punto si apportano le correzioni necessarie ai blocchi, qui per esempio ci sono un po' di sovrapposizioni, proprio perchè mi ero tenuta un po' larga prima, fino a quando il risultato è quello desiderato e poi si è pronti per la stampa vera e propria.
E dopo tutto il pomeriggio passato a stampare, correggere, ristampare, ri-intagliare, sono stata premiata con una (e solo una) stampa decente!


Il tema come vedete ritorna, ma quei due mi sembravano un po' tristini.. ora mi sembra che le cose vadano meglio
: )

11 giugno 2011

cosa fare 11 ore a Dubai...

... o meglio all'aeroporto di Dubai, perché fuori non ho messo il naso e dalle finestre non si vedono neanche le piste di decollo/atterraggio, per cui potrei essere ovunque non fosse per le scritte in arabo e per il caffè pagato in euro ma con il resto in dirham..

Comunque visto che la stanchezza inizia davvero a farsi sentire e che i prossimi giorni saranno probabilmente dedicati al sonno e allo spacchettamento (oltre ad una piccola parentesi per andare a votare ovviamente : )) piccolo post scemo su come passare il tempo in aeroporto.


Ripassare gli appunti, mettere su carta quello che frulla per la testa e che è troppo, si sa mai che qualcosa si perda tra un fuso e l'altro, e ovviamente tenersi in contatto col mondo.. altrimenti una cosa se li porta a fare tre chili computer? Sfruttando per giunta il fantastico wi-fi gratuito dell'aeroporto, che è in verità un po' lentino, ma la parola magica è GRATUITO.. 
Nel frattempo sorseggiare intrugli vari che ci permettono di occupare una meravigliosa e comoda poltroncina per un tre ore almeno.. sì poi i camerieri non ti guardano proprio bene, ma visto che non mi pare ci sia proprio la coda di gente in attesa per sedersi da Starbucks, io e il mio frappuccino non ci schiodiamo.


Fare foto...ovvio no?
E sì, qui mi sono sentita proprio cretina, ma io le palme (rigorosamente vere come l'erba e tutto il resto) in un aeroporto non le avevo ancora mai viste, sarà anche che io non che sia sempre in giro eh...qui però sento la fragorosa risata di qualcuno di mia conoscenza : )


Darsi alle letture: anche perché, vedi primo punto, altrimenti cosa me lo sono portato a fare in giro per il mondo un libro che non ho praticamente mai aperto? Scelto apposta perché ambientato in Giappone? Meglio andare oltre..

Fare shopping... ecco qui in verità ci sarebbe da sbizzarrirsi, perché la quantità e scelta di negozi è tale che forse avrei anche potuto fare solo quello, ma siccome credo di aver davvero "già dato" a Kyoto, sono molto brava e non mi faccio tentare..

Ascoltare musica: come mio marito poverino ben sa', io sono capace di ascoltare la stessa roba a ripetizione praticamente all'infinito, fino a quando non mi prende un'altra mania e cambio genere... per cui sono praticamente 10 ore che ho nelle orecchie questi due qui con quest'album qui (grazie Francesca!!!) e ho intenzione di continuare anche per le prossime 6 ore : )


Questa poi ha un testo con delle frasi che mi fanno impazzire:



E ora vi lascio con un quesito perché secondo voi che ci fanno le casette se di volatili nessuna traccia? 


E prometto che al prossimo post torno a parlare di mokuhanga che forse è un tantinello più interessante!

9 giugno 2011

Kyoto 9 giugno

Seconda e ultima giornata di workshop e esibizioni: la giornata è cominciata subito con un workshop bellissimo e divertente del maestro Kashu Yabuta sulla  costruzione dei "byobu", i famosi paravento giapponesi a ventaglio.. 


Divertente ma anche molto utile perchè l'idea sarebbe che una volta fatto il paravento a soffietto si può (si deve! mica vogliamo lasciarlo bianco, siamo in Giappone insomma) decorare con stampe o carte colorate. 
Praticamente di possono fare dei quadri auto portanti.. addio cornici!
Manco a dirlo ho trovato il workshop davvero interessante e utile, e poi finalmente abbiamo fatto qualcosina noi invece di guardare e osservare tutto il tempo.

La mattina se ne è andata così in un battibaleno.. il tempo per un ottimo tè matcha freddo (dopo la super abbondante colazione giapponese a pranzo non si ha molta fame e poi oggi faceva caldo, caldissimo) e mi sono spostata alla Kyoto City International Community House per assistere alla dimostrazione di Intaglio Woodcut con il maestro Hiroki Makino.. bellissima!


In pratica la tecnica unisce l'incisione tradizionale (tipo puntasecca per chi ne capisce) con la xilografia.. il bello è che ovviamente si stampa senza torchio, ma con il baren.
Il blocco di legno viene trattato con una vernice idrorepellente, poi si fanno dei segni molto superficiali, si inchiostra il blocco e si stampa con un particolare baren con delle sfere di metallo che riesce ad applicare una pressione molto più forte di quello tradizionale. 
Con questa tecnica si ottengono dei lavori interessantissimi, ma come al solito le foto rendono poco:


Quello qui sopra non è uno dei lavori che mi è piaciuto di più, ma qui si vede molto bene il segno, molto simile a quello dell' incisione calcografica.
Ed un'altra fotina con il baren in primo piano:


Finita la dimostrazione c'erano ancora delle esibizioni da vedere, una direttamente alla Community House con stampe della maggior parte dei relatori di Awaji: molto bella c'erano stampe praticamente da tutti i cinque continenti.
Ma la mia preferita è stata un'altra vista oggi presso una piccola libreria, la Yamazaki Art Bookstore che consisteva in libri fatti a mano e tutti stampati con la xilografia.
Molto molto carina.. e poi la libreria era un incanto:


La giornata è stata meno fitta di ieri, ma è il tempo è comunque volato.. e questa sera ho salutato colleghi e nuovi amici che sono partiti alla volta di Awaji per il resto della conferenza; mi è spiaciuto tantissimo, ho incontrato un sacco di belle persone, chiaccherato con tanta gente, e in particolare oggi pomeriggio mi sono divertita a girare con Paul e ci siamo fatti un bel po' di risate; ma ci rivedremo a ottobre, glie l'ho detto che non si libererà di me tanto facilmente!
 : )

Domani però mi resta ancora tutta la giornata per girare Kyoto e dedicarmi alle ultime esibizioni che mi mancano...e mica volete che passi una giorno senza pensare alla mokuhanga?? Poi a sera tarda partenza, e a meno che in quelle dieci ore di sosta a Dubai riesca a postare qualcosina, mi sa che non ci si sentirà per un po'.

Vado a preparare la valigia che mi guarda minacciosa dall'altro lato della stanza... è da quando sono rientrata questa sera che sto rinviando e mi chiedo come farò a farci stare dentro tutto quello che ho comprato.. perchè alla fin fine uno mica se lo aspetta di tornare da un viaggio-vacanza con delle assi di legno nel bagaglio!

8 giugno 2011

Kyoto 8 giugno

Da dove cominciare? troppe troppe troppe cose tutte in un giorno solo... ho visto tante dimostrazioni pratiche, conosciuto tanta gente da un po' tutto il mondo, fatto acquisti pazzi.. tra cui il mio primo meraviglioso bellissimo baren.. sono qui in camera che me lo rimiro manco fosse un gioiello.. e dopo aver partecipato nel pomeriggio alla dimostrazione su come si costruiscono i baren lo apprezzo ancora di più.. non vedo l'ora di tornare a casa per provarlo insieme al legno e alla carta nuovi..

Ma intanto domani altra giornata fitta di workshop e mostre, oltre ad una open portfolio exhibition dove un po' tutti i partecipanti (tranne me che ho appena cominciato ovviamente) hanno un piccolo spazio espositivo con possibilità di vendita.. Sono molto curiosa di vedere i lavori dei miei "colleghi" e devo ancora visitare praticamente tutte le esposizioni organizzate in concomitanza! Ma avendo anche venerdì sono molto ottimista di riuscire a fare tutto.

Non è davvero possibile però parlare della giornata di oggi in un solo post, ogni dimostrazione ne merita uno a se', per cui ecco un elenco di tutto quello che ho visto oggi con annessa fotina oscena.. la prossima volta mi attrezzo meglio, la mia macchina fotografica proprio non va.. prossima volta? già son qui che penso alla prossima volta
: )

Per prima cosa dimostrazione del metodo di stampa tradizionale di Kyoto con Keizo Sato:


A seguire (in verità un po' in contemporanea.. ho allegramente saltellato tutta la mattina tra le due!) dimostrazione di intaglio con Hiroshi Fujisawa:



Hidehiko Goto ha spiegato e mostrato come si costruiscono i baren:


A fianco della dimostrazione di ristampa dell'onda di Hokusai, per mostrare la tecnica di Edo (Tokyo) in contrasto con quella di Kyoto:


In contemporanea con una piccola chicca che è stata la dimostrazione di un giovane e bravissimo artista italiano, Niccolò Barbagli (tra l'altro l'unico che ha fatto una dimostrazione di stampa oltre ai giapponesi doc!) dal titolo "Due versioni dell'acqua: incisa nel legno, stampata sulla carta":


C'è da dire che gli stampatori hanno tutti lavorato in condizioni pessime sia come temperature che umidità...sono stati tutti incredibili...

E per finire una dimostrazione su come riavvolgere il proprio baren con una nuova foglia di bambù quando la vecchia è rovinata.. a cui ho cercato di prestare massima attenzione visto che prima o poi dovrò farlo anch'io..


Senza dimenticare le ripetute puntate alla product fair con venditori di carta, legno, sgorbie, baren e un sacco di altre cose..
Della fiera non ho neanche una foto, forse ero troppo presa da calcoli mentali per cercare di comprare più cose possibili?
Per cui vi lascio con una foto del mio piccolo nuovo tesoro.. non è bellissimo?


7 giugno 2011

per cominciare

La conferenza comincerà nel tardo pomeriggio per cui la mattina è trascorsa velocemente in passeggiate per la città anche perchè Kyoto è bellissima e se non fosse che ci sono già stata lo scorso anno sarebbe davvero difficile pensare di passare i prossimi giorni al chiuso; giusto come antipasto non mi sono negata una piccola mostra, ma molto carina dedicata all'innovazione nella Mokuhanga. 
In particolare ero curiosa di vedere i lavori di un'artista di cui ci aveva parlato Paul al corso, Akira Kurosaki: davvero molto interessante..vi lascio con un particolare di una sua opera:


E adesso dopo l'iscrizione e in attesa dell'inaugurazione mi attende un po' di sana lettura di tutto il materiale consegnatomi, e dalla foto non si vede ma le brochure sono parecchio spessine..
(tra l'altro la borsa è carinissima.. adoro i Giapponesi : )