15 giugno 2011

di nuovo al lavoro

Eccomi tornata, dopo aver passato due giorni a riposarmi e riordinare le idee (e gli acquisti), da questa mattina si lavora di nuovo!
Come se il viaggio a Kyoto non fosse stato abbastanza, al mio ritorno avevo ad aspettarmi una piacevolissima sorpresa, la carta che avevo ordinato prima di partire da McClain. Per cui dopo aver passato ieri sera una buona oretta a tagliarla e inumidirla per la stampa, oggi appena sveglia ho fatto le prime prove su due blocchi che avevo intagliato prima di partire.

Beh sono soddisfatta, perchè finalmente ho imbroccato un acquisto di carta giusto; certamente non bella come quelle adocchiate tra i produttori a Kyoto, ma direi che per le mie prove va benissimo.
E sono veramente entusiasta del mio nuono baren! Sembra incredibile, ma la stampa è completamente diversa, persino i colori sembrano più saturi e basta molta meno tempera per ottenere delle stampe completamente differenti dalle prime che facevo. Sono proprio contenta insomma.

Comunque, mentre intagliavo prima di partire, ho cercato di fotografare tutti gli step in modo da rendere un po' più chiaro il procedimento.

Si comincia riportando il disegno sul blocco di legno; si potrebbe benissimo disegnare direttamente sul blocco (con una matita morbida altrimenti si creano dei segni sul legno), basta ricordarsi che la stampa sarà il disegno "rovesciato". In teoria i puristi incollano il disegno (fatto su carta washi molto leggera) a "faccia" in giù sul blocco, l'inchiostro trasparirà in superficie e a questo punto si intaglia. Io trovo molto comodo l'utilizzo della carta carbone   : )


Poi mi aiuto con un pennarellone (utilizzare toni chiari e neutri perchè altrimenti il colore che viene assorbito dal legno crea problemi in fase di stampa). Questa fase  sarebbe superflua, ma a me serve per ricordarmi sempre cosa devo togliere e cosa devo tenere (si asportano le parti che non devono prendere colore in fase di stampa). Alcuni maestri suggeriscono di colorare tutto il blocco con un colore tenue e neutro ad acquarello, in modo da vedere meglio dove si è già asportato il legno, ma ho provato e mi confondo un po'.. preferisco col mio metodo!

A questo punto è decisamente facile ricordarsi le parti che devono essere asportate e quelle che non vanno toccate:

Adesso si intaglia! Utilizzando l'hangi-to, che è il coltello più importante della xilografia giapponese, si fanno i contorni di tutte le linee. L'hangi-to è il segreto dei minuziosi intagli degli ukiyo-e. Innanzi tutto si utilizza in modo completamente diverso da tutti gli altri strumenti; si impugna come un pugnale con il pollice ben saldo sulla punta del manico, e si fa scorrere sul blocco tirandolo a sè (al contrario di tutti gli altri strumenti che si spingono).


Io all'inizio sono sempre un po' timorosa, per cui mi tengo abbastanza "larga" rispetto al disegno, del resto si può sempre togliere in più mentre aggiungere è piuttosto difficile..

Una volta fatti tutti i contorni con l'hangi-to ci si può un po' rilassare, il lavoro più difficile è finito, ora bisogna "pulire" tra le linee incise, facendo ben attenzione a non andare oltre e finire sulla parte che dovrà essere stampata.
Per questo lavoro utilizzo prima una o più comunissime sgorbie a U, molto resistenti e di varie ampiezze:


Poi rifinisco utilizzando diversi aisuki di misure differenti. Con questo strumento appiattisco le zone intagliate in modo che non disturbino in stampa e faccio tutte le rifiniture che non avevo osato fare con le sgorbie più grossolane:


Dopo una bella rifinitura con della carta vetro molto fine per togliere ogni eventuale ruvidità del legno, la mia tavoletta è pronta per la sua prima prova di stampa.
Io stampo le prove utilizzando un inchiostro sumi che avevo comprato nel mio precedente viaggio in Giappone. Sarebbe un inchiostro da calligrafia, ma mi piace molto il risultato che da' in stampa, inoltre il colore tenue non disturba il colore che sceglierò per le stampe finali.



Ora pulisco e aggiusto le bruttezze principali e procedo ad intagliare il secondo blocco.
Utilizzo il primo blocco come "chiave" per modificare il disegno originale e poi trasferirlo su un nuovo blocco.
E si ricomincia ad intagliare:


In questa foto si vede bene il lavoro fatto con l'hangi-to.

E poi quando tutto è pulito si stampa, ovviamente sullo stesso foglio dove si era stampato precedentemente, sovrapponendo così i disegni. Per ottenere il registro si utilizza un sistema che si chiama kento, e che consiste in dei segni che si incidono sul blocco originale per avere i riferimenti di come mettere la carta: lavorando su tavole così piccole però è più comodo utilizzare un kento "esterno", una specie di riga ad angolo a cui si appoggia il blocco inchiostrato e che si vede nell'angolo in questa foto: si nota bene anche il nastro di riferimento dove si appoggia la carta (ce n'è un'altro ad angolo retto nella parte ad angolo del kento).


Ed ecco la prima prova:



A questo punto si apportano le correzioni necessarie ai blocchi, qui per esempio ci sono un po' di sovrapposizioni, proprio perchè mi ero tenuta un po' larga prima, fino a quando il risultato è quello desiderato e poi si è pronti per la stampa vera e propria.
E dopo tutto il pomeriggio passato a stampare, correggere, ristampare, ri-intagliare, sono stata premiata con una (e solo una) stampa decente!


Il tema come vedete ritorna, ma quei due mi sembravano un po' tristini.. ora mi sembra che le cose vadano meglio
: )

1 commento:

  1. Bè era l'ora di rimettersi a lavorare dopo tutto stò riposo !!! Quei due anche a me sembravano un po' tristi ma pensavo che fosse un effetto voluto!
    Alla prossima
    Emi

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